Centri Estivi: Il Comune di Palermo subordina alla discrezionalità politica la valutazione di progetti

Il Comune di Palermo subordina alla discrezionalità politica la valutazione di progetti rispetto ai quali la qualità dovrebbe essere l’unico criterio adottato.

Lo denunciano i gruppi dell’opposizione Progetto Palermo, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Misto, che oggi hanno chiesto durante il consiglio comunale il ritiro del bando per servizi ricreativi estivi rivolti ai bambini e alle bambine pubblicato ieri e che prevede come requisito obbligatorio di partecipazione la presentazione di una “lettera di condivisione” da parte del Presidente della Circoscrizione.

“Una richiesta – afferma la consigliera Mariangela Di Gangi – che in assenza di qualsiasi coinvolgimento dei Consigli di circoscrizione, né di alcuna programmazione, si trasforma di fatto in un sostegno meramente politico e di parte a cui dovrebbero sottostare tutti i candidati. Di fatto un parere politico per essere ammessi alla selezione.”

E le anomalie dell’avviso non si fermano qui, visto che sono stati previsti tempi strettissimi per la presentazione delle offerte (solo 10 giorni), “senza indicare chiari obiettivi educativi/aggregativi, né elementi di valutazione qualitativa, imponendo appunto una divisione iniqua territoriale fra le circoscrizioni, né prevedendo contributi aggiuntivi per il supporto e l’inclusione di bambini e bambine con disabilità”.

Quanto basta, secondo i consiglieri Massimo Giaconia, Alberto Mangano, Carmelo Miceli, Rosario Arcoleo, Giuseppe Lupo e Fabio Giambrone, Giuseppe Miceli e Antonino Randazzo e le consigliere Mariangela Di Gangi, Teresa Piccione e Concetta Amella perché l’avviso venga ritirato in autotutela dalla dirigenza comunale, anche perché “al di là del fatto che anche stavolta l’amministrazione sceglie di non valorizzare il lavoro degli organismi su cui dovrebbe poggiare il rilancio del decentramento, ciò espone certamente ad una valanga di ricorsi che andrebbero a bloccare proprio le attività estiva per i bambini. Una beffa oltre il probabile danno economico.”

“Evitare che siano i bambini e le bambine a pagare del colpe del pressappochismo è – concludono – ovviamente la priorità assoluta”.

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