Bilancio di previsione 2023/2025 – dichiarazione opposizioni

I consiglieri e le consigliere comunali di PD, Progetto Palermo, Movimento 5 Stelle e Gruppo Misto hanno votato contro il Bilancio di previsione 2023-2025 del Comune di Palermo, perché penalizza le fasce deboli della città.

“Un Bilancio – dichiarano – figlio di un’impostazione politica che non guarda alle persone più fragili.

Salta immediatamente all’occhio come la spesa prevista su settori fondamentali, quali le politiche sociali e per l’inclusione, l’istruzione e il diritto allo studio o ancora il diritto all’abitare e la protezione civile, sia inferiore a quella degli anni passati.

Inoltre, dalle dichiarazioni e dai provvedimenti della

Vice Sindaco, appare chiaro l’intento dell’amministrazione  che è quello di non rilanciare le società partecipate, lasciando spazio al timore delle privatizzazioni.

Sui tagli alla spesa che, in questo momento, non escludono tagli reali dei servizi, siamo stati rassicurati solo a parole con la spiegazione che si troveranno nuove risorse con i “fondi extra comunali”.

Ma proprio qui sta il problema: parliamo di fondi che esistono solo se vi sono programmazione e progettazione e che talvolta non sono nella disponibilità esclusiva del Comune di Palermo, ma il cui uso è da condividere con altri enti pubblici.

Ed è preoccupante che i fondi extra comunali non siano inseriti a bilancio perché la programmazione non è, evidentemente, ancora completa.

La valutazione che quindi possiamo dare come forze di minoranza non può che essere negativa, soprattutto se da affidare ad una programmazione presunta e sconosciuta di fondi da confermare.

Ciò nonostante non possiamo che essere soddisfatti dell’accoglimento da parte dell’aula di una nostra proposta che riguarda le scuole.

È stato infatti approvato il nostro emendamento per incrementare il fondo per le manutenzioni degli impianti di riscaldamento.

Ma la città da oggi in poi deve sapere che l’amministrazione Lagalla non ha più scuse: ogni disservizio non sarà più causato da conti non in ordine, ma da una politica incapace di trovare soluzioni”.

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